Una ricerca pubblicata sul Journal of Bodywork & Movement Therapies condotta da alcuni docenti dell’Accademia Italiana Medicina Osteopatica, con la collaborazione di 90 studenti, ha evidenziato una correlazione tra i trattamenti di osteopatia craniale e gli effetti dello stress sul sistema nervoso autonomo.
Trattamenti di osteopatia craniale ed effetti dello stress sul sistema nervoso autonomo misurati dai marker salivari. È il titolo dello studio pilota, pubblicato lo scorso luglio e condotto dai docenti AIMO Alessandra Abenavoli, Francesco Badi, Monica Barbieri, Greta Biglione, Carlotta Dealessi, Laurent Mapelli, Lorenzo Monti, Stefania Seppia e Alberto Maggiani, responsabile del Dipartimento di Ricerca.
Lo studio ha preso in considerazione la salivazione come indicatore di possibili cambiamenti nelle funzionalità del sistema nervoso autonomo.
Gli obiettivi dello studio pilota
Gli studi nell’ambito dell’Osteopatia Craniale partono dal presupposto che il cranio manifesti una sua intrinseca mobilità. Il modello biologico normalmente utilizzato per spiegare le varie applicazioni diagnostiche e terapeutiche dell’osteopatia craniale è chiamato “meccanismo craniosacrale” o “meccanismo respiratorio primario” e include, tra gli altri aspetti, la motilità ritmica intrinseca del cervello e del midollo spinale e la fluttuazione ritmica del fluido cerebrospinale, considerate vitali per il metabolismo del sistema nervoso centrale e del sistema nervoso autonomo.
Lo studio pilota condotto da AIMO muove i primi passi proprio da questo assunto e parte dal presupposto che le variazioni nella concentrazione delle alfa-amilasi salivari (enzimi fondamentali per la digestione) possano indicare un cambiamento nella funzionalità del sistema nervoso autonomo. La medicina osteopatica ha da tempo dimostrato che il trattamento manipolativo può influire sul sistema nervoso autonomo: ne è un esempio la tecnica di compressione del quarto ventricolo (chiamata “CV4”) che, secondo quanto è stato dimostrato, aiuta a ridurre gli stati dolorosi e di ansia, e a diminuire l’attività del sistema nervoso simpatico.
L’obiettivo dello studio condotto era proprio la misurazione della risposta fisiologica dei livelli di alfa-amilasi salivari dopo l’applicazione della tecnica manipolativa CV4.
Come si è svolto lo studio pilota e quali ne sono stati i risultati
Allo studio pilota, svoltosi nel luglio del 2016, hanno partecipato 90 studenti del primo e del secondo anno, di età compresa tra i 20 e i 25 anni. I ragazzi sono stati poi divisi in tre diversi gruppi, ciascuno dei quali avrebbe lavorato separatamente.
Lo studio ha mostrato un effetto positivo della procedura CV4 sull’attività salivare: un risultato preliminare che apre la strada a ulteriori studi futuri in questo ambito.
L’approvazione dello studio, poi pubblicato lo scorso luglio, è arrivata dalla commissione etica del British College of Osteopathic Medicine (BCOM).