L’osteopatia pediatrica e i suoi ambiti di intervento

L’Osteopata Stefania Seppia ci spiega come l’osteopatia possa essere un valido supporto ad altri professionisti sanitari nell’intervento su differenti problemi in età pediatrica.

Nel suo processo di crescita, il bambino attraversa differenti fasi di sviluppo, durante le quali non è insolito si renda necessario l’intervento di specialisti, per correggere atteggiamenti scorretti o disfunzionali. L’osteopatia può essere un alleato valido, efficace supporto al fine di ottimizzare gli interventi di altri specialisti e i positivi effetti di strumenti terapeutici che si rendano necessari in particolari età.
Ne abbiamo parlato con l’Osteopata Stefania Seppia, Responsabile dell’area di Osteopatia Pediatrica e Neonatologica del CFTO

L’osteopatia può essere d’aiuto in ambito ortodontico?

Una delle età più delicate nello sviluppo di un bambino è quella che va dai sei ai sette anni circa, con la caduta dei denti da latte – comincia così l’Osteopata Seppia – a questa età vengono utilizzati anche i primi apparecchi odontoiatrici: l’osteopata può essere di aiuto al lavoro ortodontico.
In caso di mal occlusione, magari asimmetrica, – continua Stefania Seppia – potrebbe essere necessario un espansore che, verrebbe applicato su un cranio, altrettanto asimmetrico. L’apparecchio lavora esercitando spinte e tensioni, a livello dei denti e del palato, che si andrebbero ad aggiungersi a quelle già presenti in un bambino con problemi di asimmetricità a livello del cranio. All’interno di questo quadro, il lavoro dell’osteopata può contribuire ad alleviare le tensioni provocate dall’apparecchio, ma anche facilitarne il lavoro.

Proseguendo la nostra interessante chiacchierata con Stefania Seppia, chiediamo ancora: oltre alla collaborazione con dentisti e ortodontisti, l’osteopata collabora anche con l’oculista?

L’osteopata potrebbe essere utile anche nell’agire in modo preventivo rispetto a specifici disturbi della vista, come nel caso di problemi infantili quali strabismo o ipermetropia. Generalmente, l’Oculista si accorge di questi problemi quando il bambino è già grandicello. L’osteopata, grazie all’aiuto di genitori attenti, può agire fin dalla tenera età del bambino. Non è infrequente che una mamma si accorga di un atteggiamento viziato del proprio figlio, ancora neonato. Quando si riporta questa osservazione al pediatra o all’oculista, spesso la risposta del professionista interpellato è quella di attendere che il bimbo sia cresciuto per fare opportune indagini. L’osteopata può agire subito, lavorando sulla riduzione della disfunzione, agendo sulla muscolatura degli occhi e ripristinando un equilibrio a livello dell’ossatura del cranio che contribuirà restituire l’equilibrio della motilità oculare con un’azione positiva sul futuro disturbo visivo.

L’osteopata può quindi intervenire giocando d’anticipo e riducendo la futura necessità di ricorrere a strumenti o azioni terapeutiche più invasive. Ma anche nel caso un bambino più grande a cui venga diagnosticato l’utilizzo di occhiali, l’osteopata può essere di aiuto per migliorare la capacità visiva nel bambino.

Cosa può dirci dell’intervento dell’osteopatia nell’otorinolaringoiatria?

Un’altra interessante sfera di intervento per l’osteopatia è quella dell’otorinolaringoiatria, quali problematiche respiratorie o otiti ricorrenti, soprattutto nei bambini piccoli. Anche in questo caso ciò che fa l’osteopata è aiutare il bambino ad utilizzare al massimo le proprie funzionalità: favorire la funzionalità respiratoria, diaframmatica e toracica; a livello cranico, invece, favorire il drenaggio delle secrezioni, così che non si accumulino e che in tal modo si possano prevenire infezioni ricorrenti, soprattutto grazie ad un intervento continuativo dell’osteopata.

Quale può essere l’aiuto dell’osteopata nel caso di bambini più grandi o adolescenti?

Anche nella preadolescenza o adolescenza si possono avere episodi e problematiche legate all’apparato respiratorio, soprattutto in caso di episodi cronici: l’osteopata può essere anche per loro un prezioso alleato.
In questo particolare momento nella vita di un di un bambino le problematiche posturali sono disfunzioni su cui l’osteopata può agire: parliamo di tutti gli atteggiamenti scoliotici o comunque asimmetrici.

Come interviene l’osteopatia sullo sviluppo psicomotorio?

Naturalmente – continua l’osteopata Seppia – la figura professionale con cui può collaborare felicemente l’osteopata è quello dello psicomotricista. Per tutti i bambini che hanno problemi nello sviluppo psicomotorio (ritardi nello sviluppo, deficit di tipo neurologico) e che per questo lavorano con psicomotricisti o fisioterapisti, l’intervento dell’osteopata può essere molto utile. Questo perché mentre le altre figure lavorano attivamente sul bambino con giochi o esercizi attivi, l’osteopata, invece, interviene sulla struttura, con la finalità di eliminare le tensioni e quindi facilitare il recupero del movimento collaborando anche alla riuscita del lavoro del fisioterapista dello psicomotricista.

Oltre agli aspetti muscolo-scheletrici, l’osteopatia può avere un’efficacia anche in risposta ai problemi del linguaggio?

Nei bambini, possono riscontrarsi problemi del linguaggio che spesso richiedono un intervento del logopedista, ma pochi sanno che, anche in questo caso, l’osteopata può dare una mano. In caso si presentino nel bambino problemi di fonazione l’osteopata può valutare se ci sono delle pressioni, magari nella zona della muscolatura che presiede al coordinamento dei movimenti della lingua, della deglutizione e della respirazione, tutte le funzioni correlate tra loro. Intervenendo su queste zone, talvolta si riesce anche a favorire la corretta pronuncia dei suoni e in tal senso, si può efficacemente aiutare il lavoro del logopedista.

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