AIMO, lo studio pilota sulla compressione giugulare apre la strada agli studi sul movimento craniale

Uno studio pilota condotto da AIMO apre la strada a una ricerca più approfondita che connette osteopatia craniale e compressione giugulare

Alberto Maggiani, direttore dell’Accademia Italiana di Medicina Osteopatica, Alessandra Abenavoli e Stefano Pisa, docenti in Accademia, hanno condotto un importante studio pilota con l’obiettivo di individuare un cambiamento nei movimenti craniali durante l’applicazione di un test diagnostico denominato manovra di Queckenstedt.

A Pilot Study of Jugular Compression (Queckenstedt maneuver) for Cranial Movement Perception, questo il titolo della ricerca, è stata approvata nel dicembre 2019 e pubblicata sulla rivista jaoa.org, il Journal of the American Osteopathic Association.

I presupposti dello studio pilota di AIMO e il test Queckenstedt

L’osteopatia craniale è tra i campi più dibattuti della pratica osteopatica.

Il meccanismo che regola i movimenti craniali è infatti ancora poco compreso: i professionisti che se ne occupano suggeriscono che sia possibile percepire i micromovimenti o variazioni di dimensione delle ossa del cranio.

Uno dei presupposti su cui si basa l’osteopatia craniale è che la pressione intracranica possa generare un movimento delle ossa del cranio. Se questo modello risultasse valido, potrebbe essere possibile riscontrare un aumento della pressione intracranica prodotto dalla compressione bilaterale delle vene giugulari interne o Manovra di Queckenstedt, detta anche Q-test.

La manovra di Queckenstedt o Q-test è un test clinico che mira a verificare la presenza di variazioni nella pressione intracranica attraverso la misurazione della pressione del liquor.

Studio pilota in AIMO, obiettivi e risultati

L’obiettivo della ricerca condotta in AIMO è stato quello di determinare se sia possibile percepire un cambiamento tangibile durante l’applicazione del Q-test.

Gli 8 partecipanti, osteopati professionisti specializzati in osteopatia craniale, hanno condotto la ricerca dopo essere stati bendati: lo scopo era appunto quello di valutare i movimenti craniali dei 6 volontari tramite il Q-test senza possibili stimoli esterni che avrebbero potuto falsarne il risultato.

Sono state quindi analizzate le variazioni percepite durante tre differenti lassi di tempo, ciascuno della durata di un minuto, durante i quali era in corso la manovra di Queckenstedt.

Gli osteopati che hanno condotto la ricerca hanno potuto individuare un cambiamento nell’ampiezza del movimento craniale dopo l’applicazione del Q-test.

Un risultato più che apprezzabile: sebbene quello condotto da AIMO sia uno studio pilota su piccola scala, i dati presentati sono senza dubbio un punto di partenza per capire in futuro se i meccanismi intracraniali o extracraniali siano responsabili dei movimenti delle ossa craniche.

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