“Essere Tutor in CFTO è arricchimento continuo”: intervista a Matteo Barenghi

Capodipartimento di Osteopatia Viscerale e Funzionale in AIMO, Matteo Barenghi è anche Senior Tutor e Session Leader. In questa intervista ci parla di come il suo lavoro in CFTO sia importante dal punto di vista professionale e umano.

Matteo Barenghi, qual è stata la sua formazione professionale fino ad ora?

Sono nato a Magenta, in provincia di Milano, nel 1983. Ho conseguito il Bachelor of Science with Honours Degree in Osteopatia della University of Wales di Maidstone e il diploma italiano di osteopatia nel luglio 2007 presso l’ISO (Istituto Superiore di Osteopatia) di Milano.

A settembre dello stesso anno ho aperto il mio primo studio di osteopatia a Magenta in cui tuttora lavoro, e ho iniziato la mia carriera universitaria come assistente presso l’ICOM (International College of Osteopathic Medicine) di Cinisello Balsamo. Tre anni più tardi, nel 2010, sono diventato docente e tutor clinico.

Dopo la laurea ho continuato a integrare il mio percorso formativo con vari corsi post-graduate. I miei interessi si sono rivolti non solo all’apprendimento di nuove pratiche come ortognadonzia, Kinesio Taping, tecniche riabilitative e di diagnosi differenziale, ma anche all’acquisizione di abilità comunicative e di interazione con i pazienti, che nel nostro lavoro sono fondamentali.

Nel 2013 sono arrivato in AIMO, dove svolgo tuttora il ruolo di docente di Palpazione Anatomica Funzionale e di Principi di Osteopatia Viscerale, oltre che il ruolo di Tutor Clinico Senior, Session Leader e presidente di commissione in sede d’esame presso il CFTO di Saronno. Dal 2019 sono Capo Dipartimento di Osteopatia Viscerale e Funzionale.

 

 

Quale ambito dell’osteopatia la interessa maggiormente?

Non ce n’è uno solo, ma possiamo dire che l’osteopatia strutturale e viscerale sia uno dei campi principali in cui opero. Mi appassiona molto anche il trattamento delle patologie muscolo-scheletriche croniche e il lavoro che un osteopata deve compiere sugli schemi secondari per ottenere un beneficio anche nel lungo termine.

Qual è invece la più grande soddisfazione che trae dal lavoro in CFTO?

Innanzitutto mi piace insegnare, ed essendo la nostra una professione pratica, poter fare il tutor significa insegnare sul campo, nel modo più diretto possibile.

Nei giorni in cui lavoro in AIMO, e soprattutto in CFTO, esco di casa con il sorriso sapendo di andare a fare qualcosa che mi piace, che mi appassiona e per il quale il tempo vola senza mai pesare. Torno a casa distrutto ma non vedo l’ora che passi una settimana per poter ricominciare.

Cercare di aiutare gli studenti a migliorare è, a mio avviso, il modo più efficace che esista per migliorare sé stessi. Sono di certo un osteopata, un docente e probabilmente anche una persona migliore grazie al mio ruolo in CFTO, e ho voglia di migliorarmi ancora.

C’è stato un episodio in particolare che vuole raccontarci nel suo lavoro in CFTO di cui è stato orgoglioso?

Direi che l’episodio che più mi è rimasto impresso è il caso di un’utente che presentava dolore agli arti superiori, un dolore persistente e apparentemente senza spiegazione. Come ho già detto, la palpazione per me è uno strumento fondamentale di diagnosi e trattamento: grazie a questo tipo di esame mi sono accorto di una piccola anomalia e ho deciso di avvalermi di un consulto medico. Gli esami successivi hanno rivelato uno schwannoma al plesso brachiale, il tumore benigno che era la causa di tutti i vari sintomi che l’utente presentava.

Questo episodio mi ha insegnato a non sottovalutare nulla, nemmeno le piccole percezioni palpatorie o anomalie. Ho capito quanto siano importanti il ruolo del tutor in CFTO e la collaborazione con le altre figure presenti nel Centro.

Per maggiori informazioni, o per contattare i tutor, scrivere una mail all’indirizzo cfto@aimoedu.it

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